Alla, conquista del Piccolo Lagazuoi, la vetta protagonista della Grande Guerra

Scenari scenografici, di grande impatto emotivo e con tre sentieri molto facili alla portata di tutti che portano al Piccolo Lagazuoi, protagonista della grande guerra di efferate battaglie tra truppe italiane e austroungariche. Una montagna che racconta la nostra storia di un passato glorioso che va ricordato e raccontato.

Il Piccolo Lagazuoi ha dei sentieri facilmente percorribili. La funivia che sale dal Passo Falzanego supera con una sola risalita tutto lo strapiombo della parete orientale lascia chi si avventura per la cima a poche centinaia di metri dalla vetta della montagna. Durante tutta la Grande Guerra il Piccolo Lagazuoi si rivelò inespugnabile da parte delle truppe italiane. Le truppe austroungariche per ben 29 mesi ne conquistarono la vetta senza cedere di un metro, il Piccolo Lagazuoi, decisiva per impedire al Regio Esercito di penetrare in Val Badia, Val Pusteria e di spingersi verso il Brennero

Alla, conquista del Piccolo Lagazuoi, la vetta protagonista della Grande Guerra
Foto di rottonara da Pixabay

Furono anni difficili e sanguinosi, qui più che altrove caratterizzati dalla “guerra delle mine”: fare saltare in aria interi pezzi di montagna era ritenuto il metodo più efficace per scalzare i nemici dalle rispettive postazioni. Fu solo la disfatta di Caporetto a costringere gli italiani, ad abbandonare le postazioni e a ritirarsi.

In quei lunghissimi 29 mesi, le necessità logistiche e militari costrinsero entrambi gli eserciti a un faticoso lavoro di sistemazione, se non di apertura dei sentieri. Proprio quelli che oggi consentono di salire senza difficoltà sulla vetta del Piccolo Lagazui da tutti i suoi versanti, con escursioni superiori alle 4 ore. E chi è stanco, la funivia è un comodo mezzo per ridiscendere poi al Passo Falzanego. da dove si possono utilizzare i mezzi pubblici per tornare al punto di partenza.

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Emozioni tra i sentieri di guerra e le trincee

Il Sentiero dei Kaiserjager è il più spettacolare ed emozionante, anche se per il passaggio obbligato su un ponte di metallo sospeso su una forra profonda 25 metri e per alcuni tratti su cenge piuttosto esposte, ma comunque ben attrezzate. E’ fattibile da tutti, a patto di non soffrire di vertigini e di equipaggiarsi con l’attrezzatura adatta. Il tracciato originario, ben indicato, parte nei pressi del Passo Valparola, accanto al Forte In tra i Sassi(chiamato anche I Tre Sassi, ma con una italianizzazione che ne altera il significato, dove sono raccolte numerose testimonianza dei combattimenti avvenuti su queste motagne: oltre 2.000 cimeli tra armamenti, divise, attrezzature, immagini e scritti dell’epoca costituiscono la migliore introduzione all’escursione.

Alla, conquista del Piccolo Lagazuoi, la vetta protagonista della Grande Guerra
Foto di herb1979 da Pixabay

Si commina dapprima accanto alle trincee austroungariche fino a raggiungere la postazione Vonbank, ovvero la linea di sbarramento che gli italiani non riuscirono mai a sfondare. Lunghi zigzag portano fino al ponte sospeso, dove di fatto inizia il tratto scavato dalla parere sud del Lagazuoi. Si passa vicino alla Cengia Martini, sulla quale si accamparono i soldati italiani(le installazioni visitabili) quindi con un ultimo tratto piuttosto ripido si raggiunge la vetta.

Il luogo, seppure affollato, è struggente anche per le tante piramidi di pietre costruite dai visitatori per commemorare i caduti. Ma il panorama fa tornare il sorriso. Dal pianoro intorno alla croce di vetta si ammirano il Gruppo del Fanis, le Tofane, le Conturines e oltre, fino all’etlao, al Civetta e alla Marmolada.

Uno sguardo lungo le postazioni militari sul Piccolo Lagazuoi

L’assalto alla cime del versante ovest richiede più tempo, ma il percorso e molto più agevole. Si parte da Capanna Alpina, nei presso dell’Armentalora in Alta Badia, seguendo una sterrata fino al Rifugio Scotoni adagiato in una conca di prato e pascolo ai piedi della Cima Scotoni. Un breve balzo tra i pascoli porta al Lago Lagaciò, quindi si risale l’ampio vallone in cui d’inverno si sviluppa la mitica pista delll’Armentarola.

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Alla, conquista del Piccolo Lagazuoi, la vetta protagonista della Grande Guerra

In questa zona sono numerosi i resti di postazioni belliche che diventano via via più frequenti avvicinandosi alla Forcella Lagazuoi punto di confine al tempo del conflitto, La stazione di arrivo della funivia che sale dal versante opposto è ormai in vista. Dalì in pochi minuti raggiunge la vetta accanto al Rifugio Lagazuoi con la celebre terrazza ulta panoramica.

Nel luogo della Grande Guerra tra gallerie e postazioni belliche

Si chiama invece Sentiero del Fronte il tracciato che inizia proprio nel parcheggio della funivia al Passo Falzanego e si dirige in direzione nord verso la Forcella Travenazes. Anche questo è un percorso molto agevole e, per di più, dal disclivello ridotto. Ben diversa era la situazione durante la Grande Guerra.

Nella prima parte dell’itinerario si attraversa quella che al tempo era la terra di nessuno che separava i fronti opposti. Ma basta alzare lo sguardo per notare le feritoie aperte nella montagna da entrambi gli eserciti per utilizzare, da postazioni riparate, le mitragliatrici. Oggi però si apprezza, da vicino in tutta tranquillità. la vista di pareti poco celebrate come quella di Punta Berrino, del Col del Bois e della Muraglia Rocciosa. Da Forcella Travernazes ci piega in direzione sud per conquistare Forcella Lagazuoi e da qui la vetta.

Alla, conquista del Piccolo Lagazuoi, la vetta protagonista della Grande Guerra
Feritoie viste dall’anticima e una galleria italiana (crediti foto a destra: da Llorenzi [CC BY-SA 3.0 (https://creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0)], attraverso Wikimedia Commons)

Conviene invece percorrere in discesa le gallerie dell’Anticima del Lagazuoi, scavate sulla montagna dagli italiani poco a valle dell’attuale stazione di arrivo della funivia. Il lungo tratto (circa un km) nelle viscere della montagna è piuttosto ripido, buio e molto scivoloso a causa delle infiltrazioni d’acqua. Meglio quindi risparmiarsi fatica dell’ascesa per godere al meglio di un’esperienza totalizzante e resa immediatamente leggibile anche dai pannelli posizionati accanto ai luoghi più significativi, ovvero postazioni di mitragliatrici, depositi di materiale, ma anche alloggi e locali di riposo. All’uscita della galleria di raggiunge il Sentiero del Fronte, che riporta in breve al Passo di Falzanego

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