Riviera Romagnola: non solo spiaggia e mare ma anche vino e buon cibo

Tourism Italia Redazione

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Quando pensiamo alla riviera romagnola, subito ci pensa alle spiagge e ai divertimenti in discoteca. Ma la Riviera romagnola e l’entroterra romagnolo offre molto di più, c’è anche storia, vini e itinerari enogastronomici.

Se vi dico Romagna a cosa pensate? Piadina, mare, divertimento. Sì, ma la Romagna è molto di più oltre e non solo spiagge, piadina e discoteche. E’ un percorso enogastronomico unico nel suo genere, in cui il vino e il cibo si sposano insieme al lavoro al lavoro di persone che hanno fatto dell’ospitalità uno stile di vita e del rispetto un valore sempre attuale. Per quanto riguarda ii suoi vini, la Romagna è patria di Sangiovese e Albana, ma non solo. Un territorio ricco e variegato in cui l’enogastronomia è parte essenziale della cultura locale.

I vini e l’areale Romagna Doc

La zona di coltivazione dei vini Romagna Doc si estende a sud della Via Emilia e a nord dell’Appennino Tosco-Romagnolo, principalmente nell’area collinare e pedocollinare lungo le ampie vallate con direzione nord-est. Possiamo distinguere, quindi, 5 macroaree principali: Imolese, Faentino, Forlivese, Cesenate e Riminese. La denominazione di origine controllata Romagna comprende:

Riviera Romagnola: non solo spiaggia e mare ma anche vino e buon cibo

Romagna Sangiovese Doc, Romagna Trebbiano DOC, Romagna Pagadebit DOC, Romagna Cagnina DOC, Romagna Albana Spumante DOC, Romagna Spumante DOC, Colli d’Imola DOC, Colli di Faenza DOC, Colli Romagna Centrale DOC, Colli di Rimini DOC oltre al Romagna Albana Docg. Ricadono nel territorio anche alcune IGT come Rubicone Igt, Forlì Igt, Ravenna Igt e Sillaro Igt. Il Romagna Sangiovese Doc, ricade nello specifico in un territorio si allarga ad ovest all’imolese che giunge fino a Ozzano dell’Emilia e a est al riminese fino a San Giovanni in Marignano. Per quanto riguarda la zonazione del Romagna Sangiovese Doc, le sottozone riconosciute sono quelle di: Serra, Brisighella, Marzeno, Modigliana, Oriolo, Castrocaro, Predappio, Bertinoro, Meldola, Cesena, San Vicinio e Longiano più le future Imola, Coriano, Verucchio e San Clemente.
Vigne nei pressi di Predappio


La neve amica del “riposo” delle vigne

Sono queste le zone geografiche aggiunte (MGA, ora UGA) dove è possibile trovare la Romagna Sangiovese DOC e la Romagna Sangiovese Riserva DOC. Un territorio per “cru” che rappresenta dove è possibile incontrare un insieme di vitigni autoctoni ci tutto rispetto.

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Vitigni come il Sangiovese possono trarre beneficio della ricchezza e varietà climatica della Romagna, da terreni più argillosi, con microclimi sui quali beneficiano in vario modo sia il mare che le montagne. Dal punto di vista climatico, infatti, anche se un’alta percentuale della superficie dei vigneti di Romagna si estende su un’area non distante dal mare Adriatico, la regione gode di un clima di tipo continentale, con estati calde e inverni lunghi e freddi che, nonostante le difficoltà dovute dai cambiamenti climatici, permettono quasi ogni anno un opportuno “riposo” alle viti e, in alcune zone, persino un accumulo di neve tale da conferire un buon apporto di acqua in vista dell’estate.


Il Sangiovese, l’Albana e la crescita dei vitigni tipici

Riviera Romagnola: non solo spiaggia e mare ma anche vino e buon cibo

In questi anni, la crescita qualitativa e quantitativa dei Sangiovese in Romagna è stata davvero strabiliante e questo non solo grazie al lavoro delle antiche acantine che mai hanno smesso di credere in questo vitigno e in queste terre, all’opposto anche grazie a giovani aziende vitivinicole che hanno portato, passo dopo passo, una maggior congnizione dalla vigna al bicchiere, introducendo sul mercato vini sempre più elitaried eleganti.

E’ ovvio che la voglia di togliersi di dosso il peso del passato e questa dipendenza psicologica nei confronti dei Sangiovesi toscani ormai sia passata a una maggior consapevolezza e che un numero sempre maggiore di cantine stia portando avanti il proprio progetto enoico con grande personalità e una visione prospettica che permette maggior libertà espressiva ma orientata sempre all’apice qualitativo.

Questi fattori, unitamente alla sempre più importante presenza di aziende vitivinicole che guardano con rispetto all viticoltura e alla sua sostenibilità, devono necessariamente rimpiazzare da stimolo per chi, come me, bramano assaggi identificabili nella loro espressione del territorio e del varietale vitivinicolo.
Il respiro della terra da cui vengono vini, formaggi e salumi celebri in tutto il mondo
Un rosso “travestito” da bianco

La storia del San Giovese dell’ALBANA nelle terre della Romagna

C’è fervore nella Romagna del vino e mai come in questo momento storico vigneti, cantine, viticoltori e vini sembrano congogliare tutte le energie al miglioramentto dei vitigni e del loro areale. L’Albana è definito da molti un “rosso travestito di bianco” in virtù della sua particolare e ben presente componente tannica. Questo varietale da origine alle più svariate tipologie di vino: secco fermo (d’annata o affinato), “macerato”, spumante (sia dolce che secco) e passito (anche con muffa nobile).

Riviera Romagnola: non solo spiaggia e mare ma anche vino e buon cibo

L’Albana viene coltivata in un territorio vasto con un ventaglio di espressioni e di identità dalla più calda e potente alla più verticale e salina. Se il Sangiovese sta vivendo un rinato interesse da parte non solo dei produttori ma anche degli amanti del vino, l’Albana vive una fase di nuovo interesse e di una nuova ventata produzione enologica: la macerazione (utilizzata anche in piccole quote per arricchire le basi vinificate in bianco) e la spumantizzazione “secca” che, seppur non contemplata dalla Doc, avrebbe potuto affiancare gli spumanti base Pignoletto e il Novebolle marchio che rappresenta i Romagna Bianco Spumante DOC e Romagna Rosato Spumante DOC che, dal 2019, è possibile produrre da uve Trebbiano Romagnolo (minimo 70%) e Sangiovese (minimo 70%) da brut natura a “secco”. Ovviamente non va trascurata la grande attitudine alla produzione di vini passiti che questo vitigno ha dimostrato per merito di alcune realtà capaci di produrre alcuni dei migliori “muffati” italiani e non solo.

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Altri vitigni importanti della Romgna

La vasta zona di produzione dei vitigni romagnoli include vitigni come: il Centesimino che stupisce con il suo corredo aromatico tra fiore e spezia e con la sua beva dinamica e mai scontata, e l’uva Longanesi che con il suo Bursôn, dopo anni di assestamento, sta trovando una coerenza espressiva in più realtà. Interessante anche la Cagnina (nome locale del Terrano) che da origine a vini verticali e dal buon sapore tannico.

Riviera Romagnola: non solo spiaggia e mare ma anche vino e buon cibo

Tra le uve a bacca bianca il Famoso (Rambèla il vino che se ne ricava) può rappresentare una scommessa sulla quale puntare per la sua duttilità e piacevolezza. Interessante il potenziale del Rebola (nome che assume il Pignoletto in terra riminese), vitigno presente nella Romagna da almeno 600 anni, che esprime grande coerenza con quella che è la sua terra di riferimento in termini di dinamicità e prospettive di abbinamento.

Una nota a margine va fatta sul Trebbiano Romagnolo, tanto usato malamente in quanto largamente prodotto per produzioni che poco hanno guardato alla qualità del vino ma altrettanto interessante quando allevato e vinificato con mire qualitative importanti, portando nel calice vini molto moderni in cui freschezza, dinamica di beva e sapidità si susseguono con grande naturalezza.


Biodiversità e sostenibilità in Romagna

È proprio l’unione di terreni, altitudini ed esposizioni al sole a delimitare provenienza dei vini prodotti in quest’area con grandi differenze territoriali. Interessante sarà, quindi, potersi riferire a zone notoriamente più calde e con terreni più pesanti in cui maturità di frutto, dolcezza del tannino e struttura glicerico-alcolica saranno i caratteri predominanti dei mosti che, se trattati con garbo, potranno dare origine a vini più morbidi che si giocheranno tutto sull’equilibrio fra struttura e acidità, fra forza e dinamica di beva.

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Riviera Romagnola: non solo spiaggia e mare ma anche vino e buon cibo

Un territorio che vanta cultivar tipiche antiche di frutta (albicocche e pesche fra tutte), di grano (Dieti, Gentilrosso, Inallettabile, Frassineto, Verna, Margotto, Abbondanza, Mec, Centauro, Belvedere ecc…) e ovviamente anche e soprattutto a livello ampelografico contemplando all’interno dei propri autoctoni, oltre ai più noti di cui già abbiamo parlato, anche varietà salvate dall’oblio come il Famoso, il Centesimino, la Cagnina, l’Ancellotta, la Ruggine, la Lanzesa e altri.

Un patrimonio di cloni e biotipi che danno solo un’idea parziale della biodiversità di cui la Romagna è ricca, in quanto l’accezione che a me sta più al cuore di questo termine tanto in vigna negli ultimi anni è quella che va a valutare il contesto in cui queste coltivazioni vengono inserite. Contesti che, specie nell’entroterra, in Romagna godono ancora di una notevole presenza boschiva e di un’alternanza tradizionale ben presente fra vigne, frutteti, seminativo e qualche (questi più rari) allevamenti. Inoltre, il contesto pedologico, così vario e così influenzato dalla conformazione unica delle sue valli e dall’influsso del mare da un lato e degli Appennini dall’altro rende il panorama vitivinicolo romagnolo ricco di sfumature e sfaccettature che, se ben interpretate, possono regalare nitidi elementi di distinzione nel calice.
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Riviera Romagnola: non solo spiaggia e mare ma anche vino e buon cibo

Tra i prodotti tipici della Romagna oltre alla mitica Piadina, potrete trovare nel vostro piatto e sui vostri taglieri ottimi formaggi, saporitissimi salumi, eccellenze gastronomiche conosciute in tutto il mondo. D’altra parte la Romagna fa parte della regione con più prodotti agroalimentari certificati d’Europa: ben 44 prodotti Dop e Igp.

Non potrete non assaggiare formaggi come lo Squacquerone, il Raviggiolo e il tipico Pecorino Romagnolo. Tra le carni segnalo la Mora Romagnola (suino locale nero), l‘Agnellone e il Castrato. Mentre per quanto concerne verdure e ortaggi ottimi sono lo scalogno di Romagna e il carciofo moretto di Brisighella. Oltre ai prodotti, il vino si sposerà in maniera garbata ma al contenmpo fiera con la cucina locale, ricca di sapore sia essa di mare o di terra. Il tutto reso ancor più “dolcemente sapido” dallo straordinario Sale di Cervia.

Non ci resta che attendere l’arrivo dell’estate per tornare a scoprire la Romagna da enoturisti affamati e assetati di bellezza e bontà che questa regione dispensa con generosità.

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