Vacanze in campagna? L’idea potrebbe essere una masseria nel Salento

Quando si vaga per le campagne salentine, in un’atmosfera bucolica senza tempo, la vista è catturata dalle distese di secolari ulivi a perdita d’occhio, dalla terra rossa, dai muretti a secco e da antiche costruzioni come frantoi ipogei, pajare e soprattutto masserie. Oggi le masserie salentine sono state in molti casi recuperate, diventando esclusive strutture ricettive o dimore private appartenenti anche a celebrità internazionali.

In pochi, davanti allo charme e all’eleganza dei loro ambienti, crederebbero alla storia travagliata fatta di sudore e duro lavoro di cui è intriso ogni mattone e camera di queste strutture: intere famiglie di contadini vi lavoravano, senza quasi mai uscirne.

Le masserie in Salento rappresentano infatti quell’Italia meridionale del XVII secolo contraddistinta dalla miseria, dalla sopraffazione e dalle umiliazioni.

Soggiornare in una masseria per una vacanza in campagna

Vacanze in campagna? L'idea potrebbe essere una masseria nel Salento

Le masserie sorgono soprattutto nel cuore della campagna salentina, lontano dai centri abitati: erano come delle piccole fortezze cinte da mura che, essendo isolate, riuscivano a eludere il più delle volte gli attacchi di Saraceni, di pirati e briganti.

La masseria salentina stupisce per la semplicità dei materiali utilizzati per la sua costruzione: si utilizzavano infatti solo pietra carparo, pietra, tufo e legno. Straordinaria è poi la razionalità in cui erano organizzati gli ambienti, rispettando e adeguandosi sempre all’ambiente circostante.

Chi desidera scoprire le bellezze del Salento soggiornando in mezzo alla natura tipica del luogo, non si pentirà certamente di aver scelto una masseria riconvertita in b&b, agriturismo o hotel.

Il relax e la quiete infatti sono assicurati, potendo trascorrere ore e ore tra gli ulivi, leggendo un libro con il frinire delle cicale come sottofondo oppure dedicandosi a escursioni: spesso infatti i gestori delle masserie salentine organizzano gite a piedi, in bicicletta oppure a cavallo per scoprire le bellezze circostanti.

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Una vacanza in masseria si sposa alla perfezione dunque con quella forma di turismo green: molte strutture infatti allevano animali e producono prodotti in loco. Spesso si tende a coinvolgere gli ospiti nella cura dell’orto, nella raccolta dei prodotti e nella produzione di olio di oliva, di verdure sott’olio e di pasta fresca: nelle masserie infatti si consumano prevalentemente prodotti biologici e a Km 0.

Un altro pregio delle masserie è il costante e sempre rinnovato legame con la natura: nonostante il passare dei secoli, si è cercato di convertire le strutture con le stesse tecniche e materiali che sarebbero stati disponibili in passato. Soggiornando in una masseria salentina sono i materiali e i tessuti naturali a prevalere, dalla pietra grezza, al legno, ai tessuti poco lavorati (ad esempio cotone, lino, canapa o iuta) fino ai materiali di recupero.

Masserie salentine: cenni storici

Vacanze in campagna? L'idea potrebbe essere una masseria nel Salento

Sono moltissime le masserie che pullulano dal nord al sud del Salento, a due passi da località gioiello come Ugento, Santa Maria di Leuca o Corigliano d’Otranto e tutte, dal punto di vista architettonico, presentano dei tratti in comune. Quelli che oggi sono camere, sale ristorante, zone relax e lussureggianti giardini, un tempo non erano altro che ambienti destinati a immagazzinare le provviste, stalle per gli animali, aie, forni, casolari per la produzione dei latticini, cisterne per la raccolta dell’acqua piovana e pozzi.

Ve ne erano alcune che tra le cui mura possenti custodivano anche un mulino, un palmeto, un trappeto per la lavorazione delle olive e persino arnie per la produzione del miele.
In alcune masserie c’era anche una piccola Cappella, realizzata non solo per motivi devozionali ma anche per dare ancora più prestigio ai padroni della masseria.

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Nonostante le masserie vere e proprie si siano sviluppate tra il XVI e il XVII secolo, le prime forme arcaiche risalgono all’epoca romana quando avevano l’espetto di domus rustiche. È con Carlo Magno nel IX secolo che nascono i feudi come entità rurali, trasformati poi con i Normanni in masserie -villaggio: la loro fortificazione avviene solo con Carlo V, alla stregua del sistema difensivo allestito dal sovrano che prevedeva la nascita di torri costiere il cui scopo era quello di avvistare preventivamente i pirati saraceni. Vennero dunque rafforzati castelli già esistenti in epoca angioina e cinte da mura assai spesse le masserie.

Con l’introduzione del Codice Napoleonico nel XIX secolo la masseria diventa il simbolo della borghesia rurale del sud Italia ovvero del possesso di grandi latifondi in mano a pochi signorotti, a scapito dei poveri contadini.

Bisogna aspettare la fine della Seconda Guerra Mondiale per assistere all’esproprio della terra ai grandi proprietari terrieri: con la Riforma Agraria i latifondi vengono suddivisi tra i contadini e le masserie col tempo vengono abbandonate.

Solo alla fine del XX secolo le masserie, pezzo della storia rurale del Salento, vengono recuperate e riconvertite in esclusive strutture ricettive, diventando uno dei fiori all’occhiello di questa calda terra.

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