La tradizione dei presepi napoletani in Via San Gregorio Armeno Napoli

Via San Gregorio Armeno, la strada dei presepi

Via San Gregorio Armeno è una strada che collega l’ormai famosa Spaccanapoli con via dei Tribunali, nel cuore del centro storico della città di Napoli. San Gregorio Armeno deve la sua fama al fatto di essere la “strada dei presepi”, e rappresenta una meta turistica internazionale nel periodo natalizio, durante il quale assume tutto il suo straordinario fascino e la sua forza evocativa.

Lungo entrambi i lati della strada, infatti, si aprono le botteghe dove i maestri artigiani costruiscono a mano non solo i presepi ma anche pastori, accessori e tutti gli elementi che servono ad allestire un caratteristico presepe napoletano. Un viaggio che, tra il profumo del caffè misto a quello dell’incenso e del muschio, tra i richiami dal sacro al profano, e i colori e le forme dell’arte presepiale, è un’imperdibile esperienza multisensoriale oltre che culturale.

san gregorio armeno spaccanapoli
san gregorio armeno spaccanapoli

In epoca romana, sul tracciato della futura via San Gregorio Armeno si affacciava il tempio dedicato alla dea Cerere/Demetra, dove i fedeli portavano statue di terracotta come offerte votive da dedicare al connesso culto della fertilità. Per questo motivo, nella zona sorgevano le botteghe in cui venivano costruite le statue che il popolo portava poi all’interno del tempio. Di seguito, la strada prese il nome di Nostriana, da San Nostriano, vescovo le cui reliquie erano conservate in una chiesa all’angolo tra le attuali Spaccanapoli e San Gregorio Armeno.

In seguito, sul luogo dove sorgeva il tempio, fu eretto il monastero delle monache di San Basilio che, provenienti da Costantinopoli, portarono qui le reliquie di San Gregorio, vescovo dell’Armenia. Ormai in epoca cristiana, le officine che un tempo producevano statuette pagane furono convertite in luoghi di produzione di statue dei personaggi appartenenti ai quattro Vangeli. È da questa consuetudine che si sviluppò la tradizione presepiale napoletana settecentesca, che vide San Gregorio Armeno diventare la via dei presepi, dove per secoli si sono alternati i più importanti maestri che hanno fatto la gloria di quest’arte.

Risalire la via San Gregorio Armeno verso piazza San Gaetano è un’esperienza davvero affascinante, che rappresenta un vero e proprio viaggio nell’arte, nella cultura e nella storia di Napoli, visto anche che – lungo il percorso – non si può fare a meno di entrare a visitare la bellissima chiesa e il monastero di San Gregorio Armeno. Su entrambi i lati della strada, infatti, le botteghe aperte presentano il loro biglietto da visita fatto di bancarelle e strutture espositive ricche di statue di pastori di ogni tipo, riproduzioni di antichi presepi, grotte della natività, pozzi e ponti, scenari di sughero e strutture architettoniche – case, locande, botteghe – per allestire i presepi alla napoletana – animali, accessori, utensili, e ogni tipo di riproduzione di frutta, verdura, alimenti, arredi…

Senza dimenticare che, e ormai è una tradizione consolidata, ogni anno agli espositori si aggiungono simpatiche statuine che riproducono fedelmente le sembianze di personaggi famosi dei nostri giorni che per qualche motivo si sono distinti nel corso dell’anno: politici, calciatori, cantanti, attori, rappresentanti del gossip nazionale, giornalisti, personaggi televisivi, scienziati e giornalisti… Il numero delle botteghe è decisamente elevato, e ognuna racconta una storia artistica che, in alcuni casi, è decisamente antica. È il caso della bottega dei Fratelli Capuano, nata nel 1840, o di quelle di Ferrigno, Gambardella, Di Virgilio.

Alla scoperta della Canefora di Demetra

culto di demetra Napoli
culto di demetra Napoli

Per tutti coloro che si apprestano a scoprire l’incanto di San Gregorio Armeno, è consigliabile fare anche una piccola ma importante scoperta. Lungo il percorso, infatti, è ancora visibile un bassorilievo apparentemente misterioso, che conduce direttamente all’antico culto di Demetra. Si tratta di una rara rappresentazione, risalente al VII secolo a.C., di una Canefora, ovvero una giovane sacerdotessa della dea, coperta da un abito leggero e da un copricapo a forma di corona, che regge una torcia e un cesto pieno di oggetti utilizzati per il culto.

L’immagine si riferisce a un fenomeno religioso molto sentito nella Napoli romana, che comprendeva tra l’altro i giochi delle Feste dei Lampadari, durante i quali, verso la fine delle celebrazioni, una parte del mito di Demetra veniva rievocata alla luce delle fiaccole. Inoltre, solo le vergini, scelte tra le famiglie nobili e più ricche della città e preparate in apposite scuole a conoscere tutti gli aspetti, anche i più misteriosi, del culto prima di diventare sacerdotesse, potevano partecipare direttamente al culto.

Così, accanto ai simboli del presepe e del mondo cristiano, è possibile – come spesso accade a Napoli – scoprire un elemento che rimanda all’antica storia pagana della città, e che diventa ancora più importante in quanto legato anche al mito della sirena Partenope e quindi alla nascita della città. Secondo il mito, infatti, le donne incaricate dalla dea – dopo aver fallito nel compito di difendere la figlia Persefone – furono punite da Demetra e trasformate in sirene, creature metà donna e metà uccello. Una di loro era Partenope, che sarebbe stata sepolta sulla costa dove sarebbe stata fondata l’antica Napoli dei Greci. Il bassorilievo della Canefora, è ancora oggi visibile sotto l’arco che passa sulla strada, a livello della pavimentazione, accanto alla bottega di Aldo, un artigiano che da molti anni, oltre alla sua arte, custodisce anche questo antico tesoro dimenticato.

La tradizione del presepe napoletano

Presepe napoletano spaccanapoli
Presepe napoletano spaccanapoli

La tipica rappresentazione del presepe napoletano è tradizionalmente ambientata nel ‘700, e rappresenta un aspetto culturale che ben oltre la semplice tradizione rappresenta un vero e proprio stile di vita. La prima documentazione del presepe napoletano risale al 1021, ma sappiamo che è nel XVII secolo che il presepe si impone con forza nella tradizione napoletana, passando da una semplice rappresentazione della grotta della Natività a una complessa e ricca rappresentazione barocca, dove l’elemento profano si fa sempre più ampio e dettagliato. Poi comparvero case e taverne, botteghe piene di frutta, verdura e carni, e si formarono straordinarie rappresentazioni urbane, del tutto simili all’aspetto di una città dell’epoca, popolata da figurine che indossavano costumi seicenteschi.

Nel corso dei secoli, quindi, questa tradizione è giunta fino ai giorni nostri – pur avendo perso la magnificenza delle origini nell’età della plastica – mantenendo quasi inalterate le sue caratteristiche fondamentali. Da notare che, oltre ai membri della Sacra Famiglia e ai Re Magi, il presepe napoletano affianca tradizionalmente alcuni personaggi che sono diventati punti di riferimento per ogni ambientazione: Benino, il pastore che si sveglia all’annuncio angelico della nascita di Gesù; Cicci Bacco, l’oste o il vignaiolo; il gruppo composto, tra i tanti, dai dodici venditori – uno per mese dell’anno – tra cui il macellaio, il venditore di castagne, il fornaio, il fruttivendolo, il pescivendolo. L’esempio più straordinario di presepe monumentale è senza dubbio il Presepe Cuciniello, conservato al Museo Nazionale di San Martino, che conta 173 personaggi umani, dieci cavalli, 42 angeli, oltre 300 ornamenti e persino due scimmie.

Naturalmente, il periodo migliore per vedere San Gregorio Armeno è quello natalizio, in modo da assistere allo spettacolo più bello e coinvolgente, ma si può andare anche durante il resto dell’anno per scoprire le botteghe, e osservare anche i maestri al lavoro, intenti a modellare la terracotta per creare i pastori. Questi straordinari artigiani, inoltre, sono le persone più adatte per avere consigli su tutto ciò che riguarda la tradizione presepiale, compresi nomi, ruoli e simbolismi legati a ciascun pastore.

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